Per molti anni ho praticato e insegnato release technique e floorwork con elementi provenienti dal vocabolario di Cunningham. In particolare Trisha Brown e Cunningham sono per me due grandi fari luminosi, due artisti straordinari: Trisha con la sua danza flessuosa, dinamica e non violenta e Merce con il suo uso dello spazio a dir poco emozionante e calamitico.
In seguito, tra i diversi maestri generosi e capaci che ho potuto conoscere, intorno al 2015 ho incontrato Dominique Dupuy , per un solo seminario di due giorni e non ho più dimenticato quell’incontro. Averlo conosciuto mi ha lasciato emozioni razionalmente inspiegabili. Dominique, nella sua danza, ha assorbito così profondamente l’uso delle tecniche moderne e contemporanee che ne ha maturata una propria, tanto essenziale e sottile nei suoi aspetti da essere penetrante e tagliente verso i miei schemi precostituiti.
Ho iniziato ad interrogarmi su quale tipo di poetica potesse nutrire la composizione delle mie pratiche contemporanee, così negli anni ho sempre di più sentito emergere dei principi che potessero modellare il mio bagaglio e valorizzarlo in un modo nuovo. Questi principi nascono in particolare dall’osservazione della natura in cui vivo e dalla fascinazione per alcuni elementi di estetica provenienti dalle arti giapponesi.
Essi poggiano sulla ricerca dell’essenziale, dando spazio ad una corporeità attenta ai particolari, elegante e limpida nel fluire sinuoso.
In questo esercizio spiegato nei particolari, puoi trovare un esempio di questo viaggio verso la semplicità. Tuttavia semplice non è sinonimo di facile: approfondire la semplificazione significa raffinare, pulire e insieme intensificare il fascino del movimento.
Ti auguro buona danza